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Il vituperato quoziente Debito/Pil e le sue indicazioni tendenziali

Cassa depositi e prestiti S.p.A. (chiamata anche Cdp S.p.A.) è una società per azioni controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze, non é una Banca e non é soggetta ai controlli della BCE tantomeno di Bankitalia; la società CdP ha due attività:
  • "gestione ordinaria", si occupa del finanziamento di opere, di impianti, di reti e di dotazioni destinati alla fornitura di servizi pubblici e alle bonifiche. Per far fronte a questa attività la Cassa Depositi e Prestiti provvede attraverso l'assunzione di finanziamenti e l'emissione di buoni fruttiferi postali. Contrariamente al risparmio postale, questo tipo di raccolta di fondi non è garantito da parte dello Stato. L'attività è inoltre sottoposta al controllo di una apposita Commissione parlamentare di vigilanza.
  • "gestione separata", gestisce il finanziamento degli investimenti statali e di altri enti pubblici, quali regioni, altri enti locali e comunque strutture afferenti allo Stato, utilizzando quale fonte principale di provvista la raccolta del risparmio postale. Nel dicembre 2003, la Cassa aveva 57 miliardi di euro di crediti verso tali enti, una raccolta di oltre 200 miliardi di euro nel risparmio postale, in continua crescita.
Detto in due parole, la gestione separata consiste in una serie di prestiti a breve, medio e lungo periodo a Comuni, Grandi Aree Metropolitane, Regioni. Quale sia la situazione finanziaria di molte Regioni, Provincie, Comuni é cosa nota (o per lo meno dovrebbe essere cosa nota ai cittadini italiani), questa attività di prestito ha garanzia statale. Vuol dire che se la p.a. decentrata diventasse insolvente, lo Stato subentrerebbe garantendo il credito (con nuovo debito pubblico che collocato sul mercato secondario si trasformerebbe in moneta) a CdP la quale così potrebbe rinfondare Poste.

Un tempo c'era anche la possibilità per lo Stato di stampare moneta (creando inflazione per cause monetarie) ma grazie al governatore Guido Carli la politica monetaria ha preso una propria autonomia.

Cosa potrebbe succedere a Cassa Depositi e Prestiti se la gestione separata non avesse più una garanzia statale?!

Cosa potrebbe succedere a Cassa Depositi e Prestiti ed a Posteitaliane, se la BCE non sostenesse più il mercato secondario dei titoli di stato?!

I media non ne parlano mai, ma i lettori possono certamente immaginarlo...

Il vituperato quoziente "Debito/Pil" é un indice di sostenibilità del debito pubblico ed il parametro oscilla tra ZERO...+Infinito, non essendo un parametro costruito per avere un intervallo chiuso e limitato,  il valore di tale parametro deve essere interpretato, rispetto al contesto economico a cui viene applicato.
  • E' banale la prima informazione data dal quoziente "Debito/Pil": se il parametro tende a crescere negli anni, é evidente che il peso del debito cresce e la SOSTENIBILITA' del debito tende a diminuire.
  • Se il quoziente "Debito/Pil" ha come risultante un movimento laterale, ossia una linea retta costante y=K allora é evidente che la SOSTENIBILITA' del debito rimane costante, a prescindere da cosa stia accadendo in termini assoluti alle dinamiche del Debito Pubblico nazionale oppure alla dinamica del Pil.
  • Se il quoziente "Debito/Pil" ha come risultante un trend decrescente negli anni, allora é evidente che la SOSTENIBILITA' del debito migliora nel tempo e quindi i creditori dello Stato sono più sicuri e chiederanno meno premio essendo minore il rischio di non rivedersi ripagato il dovuto, oppure é assai improbabile un Default od un Consolidamento od una Ristrutturazione del debito oppure la distruzione del debito in un fuoco inflazionistico sostenuto da una valuta cartastraccia che nel mondo nessuno vorrebbe tenere in portafoglio.
L'Italia ha attualmente un rapporto Debito/Pil=135% mentre la Cina ha un rapporto Debito/Pil=225% mentre il Giappone ha un Debito/Pil=246%

Ad un'analisi burina e superficiale, poiché 135<225<246 si sarebbe portati a ritenere che il debitore Cina sia più a rischio dell'Italia e che il Giappone sia il paese più a rischio!.

Ovviamente non é così, dato che il quoziente (debito/pil) va interpretato, rispetto al contesto economico a cui é applicato.

La Cina é un paese del II° mondo, un mercato non saturo, con età media bassa, una grande vitalità economica che esprime sia con un tasso di crescita di almeno Pil>7% annuo e con un tessuto industriale composto anche da grandi aziende (capaci di fare ricerca e sviluppo applicata). I salari sono lievemente crescenti a causa della crescita del paese, le opportunutà di lavoro in Cina non mancano. La sua domanda interna é in crescita e quando tutti i cinesi avranno migliorato le proprie condizioni, ci saranno 1.2MLD di consumatori solo nel mercato Cinese, per cui é ragionevole attendersi che lo Youan si sgancerà dal cambio fisso del Dollaro, ed inizierà a fluttuare liberamente, entrando in urto con Dollaro, Rupia, Euro, Rublo... La serie numerica 225/(100*1.07^n) in appena 20 anni (se il debito ceteris paribus non salisse più) avrebbe raggiunto il fatidico 60%=Debito/Pil.

Il Giappone è un paese del I°mondo, ha un enorme debito ma questo è interamente classato in Giappone e non ha porzioni importanti del suo debito presso l'Estero. Inoltre il Giappone pur avendo una demografia calante con un'età media crescente, esprime un'enorme vitalità economica nella sua possente struttura industriale sita sia nel paese quanto all'estero. Fabbriche giapponesi in Sud Korea, India, Cina, USA, ecc... le importanti Keiretsu portano fiumi di dividendi in Giappone e sfornano enorme quantità di brevetti, dato che il paese investe molto in ricerca e sviluppo applicata, grazie alle sue enormi aziende. Brand come: Toyota, Honda, Ricoh, Mitsubishi, Sony, Nec, Hitachi, Kawasaki, Suzuki, Nissan, Seiko, Fujifilm, Canon, Minolta, Nikon, Pentax, Konika, Yashica, Casio, Pioneer, Jvc, Nippon steel, Alpine, Clarion, Daikin, Maxell, Tdk, Teac, Omron, Funai, Onkyo ecc... sono solo un breve elenco di nomi, per rendere l'idea di quanto sia possente la struttura industriale giapponese che non è minimamente comparabile con il piccolo tessuto economico italiano!. Il Giappone con un Pil costante ed una curva demografica calante, produrrà un reddito pro-capite crescente in Giappone!.

L'Italia é un paese del I° mondo che sta perdendo posizioni nelle classifiche dei paesi industrializzati, ha un'età media della popolazione che é crescente, ha un mercato saturo, il tessuto industriale del paese si sta dissolvendo perché la dimensione media delle sue aziende é inferiore ai 10 dipendenti e tali combinazioni produttive non hanno mai fatto e non faranno mai, ricerca e sviluppo applicata, per poter produrre innovazione di prodotto, usando i brevetti per ottenere un vantaggio competitivo. Il mercato del lavoro in Italia é stagnante, nonostante gli incentivi gli ultimi dati hanno un trend decrescente, nonostante i giuslavoristi abbiano frammentato le unità di lavoro in tanti possibili contratti a termine/progetto facendo collassare il salario reale W/P dei lavoratori al di sotto della sussistenza, il numero di posti di lavoro e degli investimenti in Italia non é cresciuto nel tempo. Con un Pil calante (oppure costante) aggiungendo una massiccia dose d'immigrati semi-analfabeti, la curva demografica italiana sarà crescente, per cui il reddito pro-capite sarà calante o drasticamente calante, generando probabilmente scontri sociali anche con odi etnici!.
Osservando il grafico storico del quoziente (debito/pil) si nota che negli ultimi anni l'Italia ha fatto schizzare questo parametro, che é in salita avendo sfondato ogni parametro storico precedente. Questo é accaduto sia perché é cresciuto il debito, inoltre il pil dell'Italia non cresce: é stagnante oppure decrescente e la valuta dell'Euro non c'entra niente, in quanto il Pil Italiano aveva iniziato a rallentare già con la Lira, decenni prima dell'Euro.

SE nei momenti storici in cui la curva dei tassi d'interesse era bassa e favorevole, gli italiani non hanno fatto niente per risanare poiché era conveniente indebitarsi.

SE nei momenti storici in cui la curva dei tassi d'interesse erano sfavorevoli era impossibile all'Italia rientrare dal debito,

in quale contesto l'Italia rientrerà dal suo debito?!
Mai!, dimenticarsi un altro vituperato "parametro lo spread (BTP.it-BUND.de) una differenza costantemente positiva per titoli a 10 anni, che evidenziava un premio che lo Stato Italiano doveva sostenere per finanziarsi. Tale dinamica é gradualmente scesa a causa delle politiche monetarie espansive di Draghi (BCE) che ha acquistato quantità industriali di titoli di Stato Italiani: almeno 110MLD di acquisti diretti sul mercato, altri 350MLD d'acquisti indiretti (prestiti a tasso zero dati alle banche italiane, le quali hanno sottoscritto titoli di Stato, lucrando così un aggio e permettendo alla BCE di finanziare lo Stato Italiano, senza dover sostenere la critica degli acquisti diretti).
C'é senza ombra di dubbio una bolla al ribasso sul tasso d'interesse sui Titoli di Stato italiani creata dalla BCE, che da almeno 4 anni i corsi dei titoli quanto i tassi d'interesse non rispecchiano più il rischio paese, anche se il RATING Italia é rimasto costante a BBB, ad un pelo dall'essere ad altissimo rischio.

Qualcuno potrebbe obiettare che le società di Rating non sono obiettive e che potrebbero perseguire obiettivi politici, quindi ci potremmo chiedere:

Quale é il tasso di crescita di lungo periodo del Debito Pubblico?!
Quale é il tasso di crescita di lungo periodo del Pil italiano?!

Il Debito é una variabile di STOCK, il Pil é una variabile di FLUSSO, potremmo in ogni caso costruire delle medie mobili su tali valori e poi interpolarci delle Funzioni matematiche per stimarne il valore a 1-3 anni.

Più semplicemente ciascun risparmiatore può prendere i valori di Debito Pubblico italiani ed i dati del Pil, inferirne le variazioni percentuali a base mobile (tassi di crescita relativa annuale) e poi farne una banale media, quindi confrontare quanto veloce in media cresce il Numeratore e quanto in media cresce il Denominatore.

Delta_Debito(i)=debito/pil(i)-debito/pil(i-1)
IndiceDeb(i)=100+Delta_Debito(i)
Media_Geometrica(IndiceDeb(i))=102.09 ossia +2.09 all'anno 2 punti medi di pil.

IndicePil(i)=100+pilreale(i)
Media_Geometrica(IndicePil(i))=100.58 ossia +0.58 all'anno ossia circa 0.5 punti di pil


Si consideri il quoziente Debito/Pil poiché In Italia il numeratore ha una crescita media di lungo periodo di circa 2 punti di pil all'anno, mentre il denominatore ha una crescita media di lungo periodo di circa 0.5 é facile concludere che (da molto tempo) il debito pubblico italiano non é più sostenibile.


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